Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

16 aprile 2017

Perché uova a Pasqua ? Storia e significati.

 L'UOVO è considerato da sempre simbolo della vita e della sacralità; lontano nei secoli le mitologie pagane  narravano che cielo e terra fossero due emisferi che creavano un unico uovo; anche gli Egizi erano affascinati da questa forma particolare tanto da considerarlo il fulcro dei quattro elementi dell’universo (acqua, aria, terra e fuoco).
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La simbologia è evidente: quando gli uccelli costruiscono il loro nido per deporvi le uova, significa che il freddo invernale è ormai superato e la natura si risveglia, portando nuove vite.


La tradizione di donare uova era presente sicuramente già nell’antica Persia, dove le uova di gallina venivano regalate per annunciare l’arrivo della primavera. Ma anche presso gli Etruschi l'uovo era uno speciale dono simbolico come testimoniano molte immagini femminili.

 Presso alcuni popoli come egizi, greci e cinesi, le uova venivano fin da epoche antichissime decorate a mano, presso altri si sono ritrovati resti di uova di creta: le statuette di Dioniso trovate nelle tombe in Beozia hanno un piccolo uovo in mano, simbolo del ritorno alla vita.

Per gli israeliti è un dono da portare agli amici o da regalare a chi festeggia un compleanno, mentre gli antichi romani usavano dire: ”Omne vivum ex ovo” cioè “ogni essere vivente [proviene] dall’uovo [nel senso di « germe»” anche se la forma della biogenesi corretta è ” Omne vivum ex vivo” di Louis Pasteur cioè “Ogni vivente (deriva) da un vivente” e in effetti l’uovo è vivo!
Anche in questo caso il cattolicesimo riprende le tradizioni di altre culture e le fa proprie, mettendo nell’uovo il simbolo di Cristo risorto.
La simbologia è abbastanza immediata, in fondo l’uovo ha un aspetto piuttosto sterile, sembra quasi un sasso inanimato, ma dentro di se cela la vita, da qui il richiamo al sepolcro di pietra di Gesù e alla sua resurrezione.
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Da sempre le uova sono considerate oggetti dai poteri speciali venivano infatti interrate nelle fondamenta delle nuove case per scongiurare il male, oppure venivano usate dalle donne incinte per scoprire il sesso del nascituro, anche le giovani donne appena sposate dovevano fare i conti con le uova, infatti era abitudine che prima di entrare nella casa col nuovo marito dovessero passare sopra alle uova.



Nel medioevo si usava regalare le uova alla servitù, ma in seguito le uova iniziarono ad essere decorate con metalli pregiati come argento, platino e oro, quest’ultime venivano invece regalate agli aristocratici ed ai nobili.
Un esempio classico di questi doni fu quello di Edoardo I il re inglese infatti fece creare 450 uova coperte d’oro da regalare in occasione della Pasqua, mentre lo Zar  Alessandro III di Russia che nel 1883 commissionò all’orafo Peter Carl Fabergé un dono particolare per la sua Zarina Maria Fëdorovna. L’orafo creò un uovo di platino smaltato di bianco all’interno vi era un tuorlo tutto d’oro, contenente a sua volta una gallinella colorata d’oro e smalti con gli occhi di rubino. Quest’ultima racchiudeva una copia in miniatura della corona imperiale contenente un piccolo rubino a forma d’uovo.
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E’ facile presupporre che l’idea della sorpresa nell’uovo pasquale possa essere nata da qui, senza contare ovviamente l’enorme dono che racchiude l’uovo: la vita!
In Francia è ancora attuale la tradizione della caccia all’uovo, infatti vengono organizzate in aree verdi delle vere e proprie cacce al tesoro, le uova artigianali vengono nascoste fra gli alberi e i bambini devono cercarle.
Ai greci ortodossi piace cucinare le uova sode e colorarle di rosso (usando nell’acqua di cottura delle foglie di cipolla rossa), simbolo della passione di Cristo, il giovedì santo e mangiarlo a Pasqua;
La domenica in molte tradizioni vengono benedette pubblicamente le uova come simbolo della rinascita e del ricorrere del ciclo della vita.
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Quanto alle uova di cioccolato c'è chi dice che fu Luigi XIV il primo a farle realizzare; altri, invece, sostengono che l'idea provenga dalle Americhe, patria della pianta del xocoatl, il cacao. Quel che è sicuro, è che l'usanza di donarsi uova di cioccolato è attestata tra Germania e Francia ai primi dell'800, quando però le uova erano di cioccolato pieno, ma il vero boom commerciale si ha quando furono realizzate macchine in grado di manipolare e dare forma alla cioccolata.
Perciò mentre sono incerti i veri inizi dell’attuale tradizione dell’uovo di cioccolato, conosciamo bene le tappe compiute da chi con genio e inventiva ne ha reso oggi possibile la produzione industriale.

Il cioccolato solido
Le prime prove di cioccolato solido (dal ‘600 si consumava come bevanda in Spagna, Italia, Germania, Austria e Svizzera ) vennero realizzate a Londra nel 1674, anche se probabilmente già in Spagna mangiavano qualcosa di simile.

François Louis Cailler, inventore della pasta di cacao, nel 1819 a Vevey fondò il primo stabilimento svizzero per la produzione di cioccolato. Grazie a un apposito macchinario, il cacao veniva trasformato in pasta manipolabile. La sua cioccolata fu la prima a essere commercializzata in forma di tavolette.

La pressa idraulica e il dutching
Fu l’olandese Coenraad van Houte, figlio del celebre produttore Casparus van Houten, ad averla vinta tra il 1825 e il 1828, con l’impiego di una pressa idraulica, sugli innumerevoli tentativi compiuti dappertutto per separare i grassi (il burro) dalla polvere di cacao. Perfezionò inoltre il trattamento (dutching) della massa di cacao con sale alcalino per raffinarne colore e sapore. La materia così trattata diventò una preziosa risorsa per i maestri cioccolatieri europei e mitteleuropei, che poterono approfittare della nuova consistenza assunta dal cioccolato, dandogli nuove forme, dalle pasticche alle tavolette, fino proprio alle uova.

Se François Louis Cailler aveva fondato nel 1823 il primo stabilimento svizzero per la produzione di cioccolato dove, grazie a un particolare macchinario, il cacao veniva trasformato in pasta manipolabile, Daniel Peter, che sposò sua figlia, è l’inventore del cioccolato al latte.
 Il problema di unire il latte all’impasto di cioccolato era parecchio sentito, in Svizzera, dove l’abbondanza dei pascoli e la qualità del latte avrebbe reso pregiata l’aggiunta. La difficoltà stava nel fatto che il latte è liquido. Il Peter pensò quindi di sfruttare il principio di due recenti scoperte, il latte condensato, da poco lanciato in America, e la “farina di latte” prodotta invece in Svizzera da Henry Nestlé. ll suo procedimento, sfruttato in seguito da tutti i produttori, è tutt’oggi valido.

Il conciaggio
Fu Rodolphe Lindt, cui si deve la consacrazione del cioccolato come prodotto svizzero, a inventare infine nel 1879 il conciaggio, cioè il processo di lavorazione che rende il cioccolato vellutato e particolarmente morbido al palato rispetto a quello granuloso prodotto fino ad allora.

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L’avvio della produzione in serie di uova di cioccolato di John Cadbury è datata 1875, pochi anni dopo l’avvio della vendita di massa di scatole di cioccolatini (1868).

Oggi, di cioccolato si occupa anche il Worldwatch Institute
Nel rapporto annuale sulla salute del pianeta State of the World 2004, consiglia assolutamente il cacao coltivato senza pesticidi, biologico (perché purtroppo in alcuni Paesi del Sud del mondo come pesticida si usa ancora il Lindane, parente del DDT), ed equo e solidale, con la più alta percentuale possibile di cacao. Ancor più ricco di aromi, di curiosità, e anche di giustizia.

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