Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

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LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA
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2 maggio 2021

italialaica news n.06/2021

 .it

Il sito dei laici italiani vi segnala:

Editoriale

LA TURCHIA E L'ISLAM

Attilio Tempestini 29.04.2021

All'etichetta di dittatore, che il nostro Presidente del Consiglio ha attribuito al presidente turco Erdogan, questi ha risposto di essere stato, nella sua carica, eletto; piuttosto che -come Draghi- nominato. Il punto però è di vedere quanto a Draghi, chi l'ha nominato: e siccome è stato,… 


Articoli

PRESUNZIONE DI INFALLIBILITÀ

Elio Rindone 24.04.2021

Nel dare la notizia della morte di Hans Küng, uno dei più grandi teologi del 900, il giornale della Conferenza Episcopale Italiana ricordava che il teologo svizzero era “notoriamente il contestatore del dogma sull’infallibilità del Papa. Una posizione resa nota presso il grande pubblico…


Forum

POLIZIA CONTRO NERO, MARRAZZO (PARTITO GAY): LAMORGESE CHIARISCA L'ACCADUTO

ufficiostampa@fabriziomarrazzo.it - press@partito.gay 29.04.2021

"In merito al ragazzo nero aggredito il 25 aprile da 5 poliziotti della Municipale di Padova con una presa al collo e buttato a terra - dichiara Fabrizio Marrazzo Portavoce Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale - chiediamo alla ministra Lamorgese di chiarire su…


Forum

LA COSTITUZIONE E LA LAICITÀ

Michele 28.04.2021

Sono un vostro lettore. Mi sono letto la Costituzione dove qualche parvenza di laicità si intravede. Quando si legge l'articolo 7, si comincia a dubitare. Con la revisione del Concordato di Craxi muore tutta la laicità. In appendice a questo concordato c'è un papello che cancella sia la…


Eventi

MOSTRA “UTOPIA DEMOCRATICA”

Roma dal 3 maggio al 31 luglio dalle 10.00 alle 16:00 dal lunedì al venerdì presso la sede della Fondazione Basso in via della Dogana Vecchia 5

Un percorso digitale e immersivo per i luoghi della democrazia. Dalle carte e dai libri della Fondazione Basso

La mostra è incentrata…




e molto altro ancora su: italialaica.it  sito dei laici italiani

27 agosto 2020

Gerusalemme e il Corano - Commento di Deborah Fait

Ricordo che molti anni fa, quando vivevo ancora in Italia, durante un viaggio della Federazione Italia Israele a Gerusalemme, siamo andati a visitare l'Orient House, dopo previa richiesta all'OLP che vi aveva la sede. Altri tempi, tempi lontani, comunque la villa, nel 2001, fu requisita e chiusa, tutto il materiale fu sequestrato e i gli arabi cosiddetti palestinesi, sfrattati, rimasero con tanto di naso. La chiusura con la cacciata dei rappresentanti dell'OLP da Gerusalemme fu effettuata dopo la strage compiuta dai terroristi alla pizzeria Sbarro (15 morti e decine di feriti gravi). Nel dicembre del 2008 l'Unione Europea ebbe il coraggio vergognoso di proporre a Israele di riaprirla e ridarla all'OLP. Naturalmente il rifiuto di Israele fu chiaro e conciso, educatamente incazzato. Serviva tutto l'odio europeo per Israele per avere l'ardire di fare una simile proposta.
 Perché racconto queste cose ormai finite nei ricordi lontani delle nostre lotte contro la disinformazione su Israele?
 Perché durante la nostra visita Angelo Pezzana chiese al tizio arabo che ci aveva ricevuti "Lei lo sa che Gerusalemme non è mai nominata nel Corano mentre lo è quasi 700 volte nella Torah?". Panico e qualche risatina del nostro gruppo, il tizio non rispose, balbettò qualcosa, e, dopo un paio di convenevoli, chiamò un suo aiutante, fummo velocemente congedati e accompagnati alla porta da sgherri con il mitra in mano puntato non proprio su di noi… ma puntato. Gli stessi sgherri che ci avevano accolti all'inizio sempre con le armi pronte a sparare come se un gruppo di turisti indifesi potesse costituire un pericolo. 

 Che Gerusalemme non sia mai nominata nel Corano è storia vecchia, io e molti altri ne abbiamo parlato e scritto decine di volte ma sembra che nessuno se ne renda conto, nessuno cui interessi approfondire. 
Sono due mesi che si parla della storiaccia accaduta all'Eredità e della magistrata che si è arrogata il diritto di pretendere l'abiura ufficiale di Flavio Insinna, conduttore, che aveva dato la risposta giusta "Gerusalemme è la capitale di Israele" correggendo un partecipante al quiz che aveva nominato Tel Aviv. Uno scandalo enorme ma, per fortuna, c'è stata una reazione altrettanto grande. Mi piacerebbe molto mandare a tale magistrata qualche articolo mio o di altri su Gerusalemme ma, neanche a farlo apposta, ho trovato su Facebook, postato da un amico, una specie di specchietto scarno ma proprio per questo, chiarissimo. Ecco alcuni passi:

"Gerusalemme, la terza città santa dell’Islam, da dove, secondo il Corano, il profeta Maometto è salito in cielo" Questa frase, ripetuta da tutti, non contiene alcuna verità, e viene usata dalla propaganda Araba solamente per giustificare le loro pretese sulla città, senza avere nessuna base, né storica, né religiosa. I fatti sono i seguenti:

1. Gerusalemme non è menzionata neppure una volta nel Corano.
2. Maometto è morto in Arabia e non è mai stato a Gerusalemme secondo quanto dicono tutti i testi di storia, anche Arabi, conosciuti.
3. Le città sacre all'Islam sono Mecca e Medina; infatti, quando un Musulmano prega si rivolge verso Mecca e dà le spalle a Gerusalemme…"

Quando Maometto è morto, nel 632, non esisteva nessuna Moschea fuori della penisola araba, e non poteva comunque essere in Gerusalemme, ancora sotto l'impero bizantino. Gerusalemme fu conquistata dal Califfo Omar nel 638, sei anni dopo la morte del profeta. 
Cose scritte riscritte dette e ridette ma che cadono sempre nel vuoto e c'è da chiedersi per quale motivo giri ancora la favoletta che Gerusalemme sia sacra a tre religioni. E anche ci credono! I cristiani e persino alcuni ebrei ci credono!
 Sarebbe sacra all'islam perché durante l'occupazione gli arabi hanno costruito moschee sopra il Tempio ebraico e sopra tante chiese bizantine? Se è per questo gli arabi hanno riempito anche la Spagna di moschee, alcune bellissime come l'Alhambra di Granada o la moschea di Cordova. Allora facciamo che anche la Spagna sia islamica? In effetti i musulmani la vorrebbero grazie al famoso detto "dove un musulmano posa il suo piede quella è terra islamica".
Sulle menzogne arabe si potrebbe scrivere un'enciclopedia ma pur ripetendolo centinaia, migliaia di volte non se ne esce. I media, i governi, la Chiesa cattolica sono completamente succubi dei musulmani. 
Erdogan ha trasformato in moschea Santa Sofia, qualcuno ha debolmente protestato, il Papa si è detto triste e tutto è finito là. 
Cosa succederebbe se Israele pensasse di ricostruire il suo antico Tempio nel luogo che gli compete cioè al posto delle moschee di Omar e Al Aqsa?
 Non ci voglio nemmeno pensare, qualche giornalista ogni tanto lo scrive come di un "pericolo imminente". Probabilmente gli stessi giornalisti che si sono limitati a dare del birichino al dittatore turco, quando parlano del nostro Tempio, sono pronti a darci dei fascisti guerrafondai se solo pretendiamo di poter salire a pregare su quel Monte per noi sacro. Nessuno ha mai scritto una parola sugli sputi e sulla violenza araba che accoglie ogni ebreo che riesce ad avere il permesso di salire. Giorni fa hanno cosparso di cocci di vetro il selciato che un gruppo di ebrei, bambini compresi, doveva attraversare, così se un bambino fosse inciampato e caduto si sarebbe ferito. Dovrebbe essere suolo sacro anche per loro ma non lo è, dimostrazione che non esiste nessun legame tra arabi e Monte del Tempio, se non per pretendere ciò che non è mai stato loro. La parte comica, esempio di quanto siano ottusi, è il divieto di andare a pregare a Al Aqsa per gli arabi degli Emirati, traditori della causa arabapalestinista che vuole Israele eliminato dalla cartina geografica. 

Intanto al sud di Israele i missili lanciati dai terroristi di Gaza continuano a cadere, ieri una casa di Sderot è stata divisa in due da un razzo caduto sul tetto e entrato all'interno. I miracoli di cui Israele è l'esempio fanno sì che non ci siano morti. Decine di razzi ogni giorno, non la smettono più, sono pieni di covid19 ma pensano solo a colpire Israele. Anche in Israele il virus imperversa quindi, dei due problemi, uno va eliminato. Non lo si può fare con il coronavirus perché invisibile e ancora incurabile, allora eliminiamo i missili e i palloncini incendiari che procurano danni indicibili.
Per farlo dobbiamo però eliminare i terroristi che li lanciano, tutti, dal primo all'ultimo.


22.08.2020 Gerusalemme e il Corano

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=79185

26 aprile 2018

Iraee in sciopero della fame da oltre 75 giorni è in coma in un carcere iraniano

Il Dubbio | Pagina 14

Golrokh Ebrahimi Iraee è una scrittrice e attivista politica iraniana condannata a sei anni di carcere per aver scritto un testo, non pubblicato, che critica la pratica della lapidazione in Iran.

Iraee è in sciopero della fame dal 3 febbraio 2018, stiamo dunque parlando di 75 giorni di mancata assunzione di cibo che l’ha portata a perdere 25 chili e, da quanto rivelato da Simin Nouri, la Presidente delle donne iraniane in Francia in una intervista a Radio Radicale, è entrata in coma.

In una lettera degli inizi di febbraio che Iraee ha scritto insieme ad un’altra donna, Atena Daemi, con lei detenuta nel reparto femminile della prigione di Evin ed anche lei in sciopero della fame ora però interrotto, si legge che le donne hanno avviato l’azione nonviolenta perché sono state picchiate e trasferite nella prigione di Gharchak, in violazione sia dell’art 513 del c. p. p. dell’Iran per il quale i detenuti hanno il diritto di scontare la pena in carceri del distretto giudiziario in cui sono state emesse le sentenze, o vicino alla loro città di residenza, sia dell’art 69 del regolamento penitenziario per cui i detenuti politici hanno il diritto a non stare in reparti di non politici.

Ma c’è di più dietro la vicenda di Golrokh Ebrahimi Iraee, arrestata una prima volta il 6 settembre 2014, assieme al marito Arash Sadeghi, anch’egli attivista e più volte detenuto. Le autorità avevano messo a soqquadro la casa della coppia senza un mandato di perquisizione confiscando beni personali come computer, Cd e documenti. Tra questi c’era un taccuino che Iraee usava come diario personale dove aveva annotato una storia di fantasia, quella di una donna che guardando un film del 2008, “La Lapidazione di Soraya M”, su una lapidazione per adulterio realmente avvenuta, in un moto di rabbia, aveva bruciato il Corano.

Iraee è stata interrogata sul contenuto del diario e della storia, in una stanza adiacente a dove era detenuto il marito, da cui sentiva le torture a cui era sottoposto.

LA SCRITTRICE E ATTIVISTA POLITICA È STATA CONDANNATA A SEI ANNI DI CARCERE PER AVER SCRITTO UN TESTO, NON PUBBLICATO, CHE CRITICA LA PRATICA DELLA LAPIDAZIONE

L’hanno poi messa in isolamento per tre giorni, e per venti giorni non ha potuto incontrare né i familiari, né un avvocato, né un giudice.
La Sezione 15 della Corte Rivoluzionaria l’ha accusata di ' insulto all’Islam' e di 'diffusione di propaganda contro il sistema'. Il processo, che si è concluso con una condanna a sei anni e mezzo, è stato segnato da tutta una serie di violazioni procedurali: il processo si concentrava sulle attività del marito, Sadeghi, rispetto alle quali Iraee non aveva modo di difendersi; il primo avvocato di Iraee è stato costretto a ritirarsi, e un secondo avvocato, dopo poco tempo, le è stato revocato. È stata condotta in carcere nell’ottobre 2016 e rilasciata su cauzione il 3 gennaio 2017, grazie anche ad un lungo sciopero della fame – 71 giorni! – del marito, nel frattempo condannato a 15 anni di carcere per “propaganda contro il sistema”. Tuttavia, la libertà è stata di breve durata: Iraee è stata ricondotta in carcere il 22 gennaio 2017 mentre andava a trovare Sadeghi in ospedale.

Dal carcere Iraee ha continuato a cercare di comunicare con l’esterno, scrivendo diverse lettere aperte, anche una in cui ha criticato una visita di facciata condotta da ambasciatori stranieri nel carcere di Evin nel luglio 2017.

Nel gennaio 2018, ad Iraee sono state mosse altre accuse come quella di aver insultato il Leader Supremo Ali Khamenei.

La durezza della lotta di questa donna ci parla della durezza di un regime, quello iraniano, con soprusi ed ingiustizie tali da non lasciare altra opzione che quella scelta da Iraee, da Sadeghi e da Athena. Le condizioni oggi di Iraee sono gravissime e non possono lasciarci indifferenti perché l’Iran continuerà a produrre morte fintantoché durerà il silenzio sul destino riservato al popolo iraniano, alle sue cittadine e cittadini che mai come in questi mesi, con le dimostrazioni di piazza che non accennano a smettere, ci stanno parlando di un bisogno di libertà di diritti civili e politici, e non solo di un malessere economico.


*ELISABETTA ZAMPARUTTI  - TESORIERA DI NESSUNO TOCCHI CAINO

21 novembre 2017

Il terremoto più devastante...

Sapete quale è il terremoto più devastante della storia umana?

Ve lo racconto io, con le lacrime agli occhi:

11 febbraio del 1979 Iran è stato colpito dal più feroce è devastante terremoto della storia umana chiamato “ KHOMEINI ”!
Il risultato:
-  8 anni di guerra contro Iraq: più di due milioni tra morti e feriti; mille miliardi di dollari di danni ;
-  intere città rase al suolo ;
-  La diffusione abnorme della prostituzione anche minorile causata dalla fame e diffusione della povertà
-  L’incremento senza precedenti della povertà e dell’immigrazione verso i grandi metropoli;
-  La spaventosa diffusione della droga tra i giovani;
-  L’esportazione in Europa via diplomatica e non di vari tipi di stupefacenti;
-  Abbassamento di ogni tipo di qualità e benessere sociale ed industriale;
-  L’incremento senza precedenti delle spese militari e repressivi;
-  Lo spreco di oltre cento miliardi di dollari  per la costruzione della bomba atomica;
-  Incremento senza precedenti della violenza domestica sociale contro le donne;
-  Legalizzazione di ogni tipo di violenza contro la donna fin ad arrivare a dare la ragione giuridica e religiosa al padre nel caso dell’uccisione della figlia come “paternità di sangue”!
-  Costruzione di una micidiale forza terroristica, chiamata Sepah Passdaran che minaccia la stabilità e la pace nel mondo;
-  Costituzione di un corpo paramilitare, armato fino ai denti chiamato “Basiji”, per sopprimere ogni tipo di protesta;
-  Devoluzione di migliaia di miliardi per interventi terroristici in Iraq, in Siria, in Yemen ecc..;
-  Oltre 150.000 ragazze anche di 9 anni e ragazzi fucilati per la loro opinione;
-  Interi laghi asciugati, tra cui quello di Orumieh, per sfruttamento delle acque anche ai fini di cambiare le formazioni etniche e religiose;
-  Interi boschi bruciati X far spazio alle costruzioni militari e non;
-  Esportazione del terrorismo in ogni angolo della pianeta, Iraq, Siria, Yemen, Bahrein, Arabia Saudita, Israele, Europa, America con la devastante conseguenza che siamo testimoni specialmente in Francia e in Belgio.

Non vi stupite perché nelle zone dell’ovest dell’Iran l'ultimo terremoto ha causato migliaia di morti e feriti e interi villaggi distrutti.
Non stupitevi perché il regime ha dirottato venti mila Passdaran, armati fino ai denti, nelle zone terremotate.
Non vi dovete stupire perché il regime degli ayatollah ha mandato più bulldozer e che ambulanze!
Con i bulldozer hanno raso al suolo, sulla testa dei feriti e morti, le mura delle case distrutte.
Ecco perché dopo una settimana il capo religioso Ali khamenei si è recato di notte per dire che era  “tutto apposto”! E ha ringraziato i Passdaran per “il loro prezioso impegno a difendere la nazione e i cittadini”!

Posso continuare fino a 2020 ad elencare i danni di questo terremoto ma mi fermo per voi!

Davood Karimi, presidente dell’associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia

19 ottobre 2017

...non uno stato palestinese.

Prima di Israele, c'era il mandato britannico, non uno stato palestinese.

-Prima del mandato britannico, c'erano l'Impero turco Ottomane musulmano, non uno stato palestinese.

-Prima dell'Impero Ottomano, c'era lo stato islamico dei Mamelucchi d'Egitto, non uno stato palestinese.

-Prima dello stato islamico dei Mamelucchi d'Egitto, c'era l'Impero arabo-curdo ayyubide, non uno stato palestinese.

-Prima dell'Impero ayyubide, c'era il Regno di Gerusalemme franca e cristiana,  da Goffredo IV de Boulogne, detto Goffredo di Buglione, il conquistatore di Gerusalemme nel 1099, non uno stato palestinese

-Prima del Regno di Gerusalemme, c'era l'impero omayyade e Fatimide, non uno stato palestinese.

-Prima dell'impero omayyade e Fatimidi, c'era l'Impero Bizantino, non uno stato palestinese.

-Prima dell'impero bizantino, c'erano i Sassanidi, non uno stato palestinese.

-Prima dell'impero sassanide, c'era l'Impero Bizantino, non uno stato palestinese.

-Prima dell'impero bizantino, ci fu l'Impero Romano, non uno stato palestinese.

-Prima dell'impero romano, c'era lo stato degli Asmonei, non uno stato palestinese.

-Prima dello stato degli Asmonei, c'era quello seleucide, non uno stato palestinese.

-Prima dell'impero seleucide, c'era l'impero macedone di Alessandro Magno, non uno stato palestinese.

-Prima dell'impero macedone, c'era l'impero persiano, non uno stato palestinese.

-Prima dell'impero persiano, c'era l'impero babilonese, non uno stato palestinese.

-Prima dell'impero Babilonese, c'erano i Regni di Israele e di Giuda, non uno stato palestinese.

-Prima dei Regni di Israele e di Giuda, vi era il Regno di Israele, non uno stato palestinese.

-Prima del regno di Israele, c'era la teocrazia delle dodici tribù di Israele, non uno stato palestinese.

-Prima della teocrazia delle dodici tribù di Israele, vi era un agglomerato di cananei città-regni indipendenti, non uno stato palestinese.

In realtà, su questo pezzo di terra, c'è stato di tutto, TRANNE uno stato palestinese.

Fonte A.Moreschi.

5 giugno 2017

RIMINI-ISIS ?

 UN FLUSSO DI SOLDI CHE CREA MOLTI SOSPETTI

Rimini-Isis. La città nota per essere una delle località balneare più famose d’Italia avrebbe legami con il terrorismo islamico di Daesh. Il sospetto ha spinto la Procura della Repubblica di Bologna a iscrivere nel registro degli indagati 9 persone, tutti appartenenti al settore alimentare: piccoli imprenditori e commercianti, perfettamente integrati nella società.

Cinque marocchini, due albanesi, un macedone e un tunisino, dai 27 ai 49 anni, tutti residenti in Emilia Romagna, a cui la Digos e Finanza sono arrivati grazie al flusso di soldi che partiva dal Cesenate e dal Riminese destinato ai paesi del Maghreb, al Belgio, alla Germania e alla Francia e non ultime, grazie alle intercettazioni che li collocavano su pozioni dell’integralismo islamico.

In un solo anno, nel 2014, uno dei nove personaggi indagati per l’articolo 270 bis (che punisce le associazioni con finalità di terrorismo e di sovversione dell’ordine pubblico) ha spedito all’estero una cifra vicina al milione di euro. A cosa servisse quel denaro è ancora al vaglio degli investigatori, che pochi giorni fa hanno perquisito le abitazioni degli indagati e hanno portato via: sim italiane ed estere, pc fissi e portatili, hard disk, pennette Usb, telefoni cellulari, contabilità e agende.

Secondo gli investigatori, che stanno analizzando il materiale per verificare se c’è qualche riferimento alla propaganda terroristica o al terrorismo, Rimini sarebbe diventato il centro di riferimento del terrorismo...

[Leggi tutto l'articolo sul sito  di  Progetto Dreyfus>> http://www.progettodreyfus.com/rimini-isis/ ]

3 novembre 2016

L'EUROPA DELLA DISCRIMINAZIONE

 di Micol Anticoli

Negli anni '30, in Europa, gli ebrei venivano discriminati e le loro attività boicottate. Fuori ai negozi del Terzo Reich, i cartelli recitavano "vietato l'ingresso ai cani e agli ebrei".

Negli anni 2000, in Europa, gli israeliani vengono discriminati e le loro attività boicottate. Alcune attività vietano agli israeliani di entrare nelle proprie strutture o si rifiutano di vendere loro prodotti di ogni genere.

Le due storie di questa settimana provengono dalla Germania e dalla Gran Bretagna. Nel primo caso, un gruppo di turisti israeliani aveva prenotato degli appartamenti tramite il famoso sito Booking.com, quando il proprietario delle strutture ha inviato loro una mail in spiegava che non volevano ospiti da Israele perché "gli appartamenti non sono per loro"; la seconda vicenda riguarda invece un rivenditore di ricambi auto dal quale un israeliano voleva acquistare un pezzo della Ford. Saputa la provenienza del cliente, l'inglese ha improvvisamente alzato il prezzo dello specchietto da 40 a 1,025 sterline, dichiarando di non aver alcuna intenzione di fare affari con Israele, ma di essere eventualmente disposto a spedire il pezzo "nello Stato di Palestina".

Storie di ordinario antisemitismo moderno, che non possono essere confuse con la critica al governo Stato ebraico o alla sua politica, in quanto si tratta di comuni cittadini riguardo ai quali questi due europei non sapevano nulla. Ma si sa, essere cittadini dello Stato ebraico è già una colpa di per sé.

La Mogherini ha dichiarato che il boicottaggio rientra nella libertà d'espressione.
Ci si sarebbe aspettato piuttosto che fosse considerato per quello che è: una forma di discriminazione che viola i valori dell'uguaglianza e dei pari diritti.

7 agosto 2016

Il Libano dovrebbe essere escluso dalle Olimpiadi...

Dalla GAZZETTA dello SPORT di oggi, 07/08/2016, a pag.15, con il titolo "Tensione sul bus: il Libano rifiuta gli atleti israeliani" la cronaca di Riccardo Crivelli.

La notizia non ha destato attenzione nei nostri media, poche righe o nulla. Il merito della Gazzetta dello Sport va al suo direttore, Andrea Monti, da sempre attento verso anti-semitismo e anti-sionismo.  A sapere quanto è avvenuto in Brasile saranno i lettori-tifosi della Gazzetta, un demerito a tutte le altre.

Un autobus per rinfocolare una guerra che sembra non voler finire mai. Israele e Libano sono formalmente due paesi in conflitto tra di loro e che non intrattengono alcun tipo di relazioni diplomatiche. Così, può accadere che un momento di gioia collettiva come la partecipazione alla cerimonia inaugurale dell'Olimpiade diventi il pretesto per una nuova sfida tutta politica tra le due delegazioni. Non è una situazione nuova, neppure nel consesso sportivo più alto: basti pensare al judoka iraniano che si rifiutò di affrontare un rivale israeliano ad Atene 2004 e al rientro in patria venne premiato con gli stessi soldi delle medaglie d'oro. L'incendiaria situazione mediorientale è da decenni un focolaio di tensioni insanabili tra paesi arabi e Stato ebraico.
Così, quando l'altra sera un gruppo di atleti di Israele ha provato a salire su un pullman dell'organizzazione che portava al Maracanà, i libanesi già all'interno del mezzo hanno obbligato l'autista a tenere chiuse le porte, come conferma il capo della spedizione Salim al-Haj Nicolas: «Sono stato io a richiedere che non salissero, ma loro continuavano ad insistere». Un velista israeliano Udi Gal ha postato su Facebook la sua versione dei fatti: «E' successo che ci siamo trovati a dividere il bus con i libanesi, ma quando se ne sono resi conto non ci hanno fatto salire. E noi non potevano cambiarlo per motivi di protocollo e di sicurezza, perciò se non ci volevano dovevano cambiare mezzo loro».
Versione rigettata dalla controparte: «Il bus era assegnato alla nostra delegazione, ma loro volevano farci deliberatamente scendere ad ogni costo». Alla fine, la situazione si è risolta assegnando a ciascun team un pullman diverso, ma si è sfiorato davvero l'incidente internazionale: «Gli israeliani mischiano sempre sport e politica», il commento libanese. La replica: «Un comportamento che rappresenta l'esatto opposto dei valori dell'olimpismo, la delegazione libanese non ha nulla da dire in proposito?». Guerra, sempre guerra, infinita guerra.
Per inviare la propria opinione alla Gazzetta dello Sport, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

andrea.monti@gazzetta.it

25 novembre 2015

Le vittime di terrorismo non sono tutte uguali per la stampa italica

IN 2 MESI 22 LE VITTIME ISRAELIANE DEL TERRORISMO PALESTINESE: 22 UOMINI E DONNE DIMENTICATI, UCCISI UNA SECONDA VOLTA DAI MEDIA ITALIANI
Solo negli ultimi due mesi sono morti 22 israeliani per mano del terrorismo palestinese, l'ultima ragazza aveva 21 anni. La vittima più giovane aveva 18 anni, mentre la più anziana 78 anni. Un bollettino sconvolgente per un paese civile e occidentale come Israele, per il quale la morte è e continua ad essere considerata una tragedia e non una cultura. Nel nostri telegiornali però, nei nostri quotidiani, continuiamo a leggere di "morti palestinesi", mentre le vittime israeliane scompaiono in qualche angolo degli articoli o dei servizi. Si continua con l'ignobile pratica di evidenziare le uccisioni dei terroristi ponendole sullo stesso piano delle morti delle vittime, o addirittura in evidenza rispetto a queste. Scrivere "morto un palestinese" non specificando che si tratta di un terrorista e ponendo la notizia in primo piano rispetto all'attentato compiuto ai danni di uno o più israeliani non è solo pessima informazione, è una pratica infame
...>>
LEGGI E COMMENTA SULLA PAGINA FACEBOOK di PROGETTO DREYFUS

12 novembre 2015

L’Italia deve porre delle condizioni prima di stringere la mano al regime iraniano

Il Regime Iraniano ha tutte le connotazioni per essere definito CANAGLIA da parte dei paesi civili.

Sarebbe opportuno che i paesi civili, tra cui l'Italia, pretendessero il RISPETTO DEI DIRITTI UMANI da parte del regime Iraniano PRIMA di farci affari di qualsiasi tipo.
O no?
AMg

CAMPAGNA: Perché l’Italia deve porre delle condizioni prima di stringere la mano al regime iraniano | di Alex Zarfati
Con l'accordo siglato tra il mondo e l'Iran - accordo che accontenta tutti tranne quelli minacciati dal nucleare iraniano - arrivano gli accordi economici. Vedere l'Italia prepararsi ad accogliere Hassan Rouhani come fosse un eroe, un premio Nobel o una figura in grado di contribuire "in modo positivo alla pace e sicurezza regionale e internazionale" - parole con le quali l'alto rappresentante della politica estera europea Federica Mogherini salutò l'intesa sul nucleare - è uno spettacolo deprimente. Certo, Roma ha suo bel tornaconto nel mostrarsi condiscendente con la Repubblica Islamica. L'Italia non era nel pacchetto dei paesi che hanno trattato con l'Iran, ma ansiosa di recuperare l'interscambio che aveva prima delle sanzioni, si è affrettata più di altri paesi ad accogliere una delegazione iraniana. Già ad agosto italiani avevano concluso la prima missione ufficiale a Teheran, e altri accordi economici sono previsti a fine novembre. Ma allora se l'Italia ci guadagna, perché essere avversi alla visita di Hassan Rouhani? Facile. Perché nessun accordo economico potrà mai compensare la cecità di fronte alle continue violazioni di diritti civili e delle donne, la tutela delle minoranze, il rispetto dei diritti umani, politici e religiosi in atto in Iran. Per molti è stato tutto chiaro fin da subito: l'operazione simpatia del regime aveva l'obiettivo di portare al ritiro delle sanzioni. La distensione dei rapporti con l'occidente non corrisponde affatto ad un paese più aperto e pronto all'accoglienza che ha cominciato la sua parabola verso il rispetto di certi diritti. Questa visione ottimistica, che vuole presentarci Rouhani come un "moderato" non corrisponde affatto alla realtà
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28 ottobre 2015

Facebook ignora gli incitamenti alla violenza....

FACEBOOK IGNORA L'INCITAMENTO ALLA VIOLENZA, GLI ISRAELIANI GLI FANNO CAUSA
Una class action contro Facebook per accusare il social media più famoso al mondo di connivenza con coloro che incitano alla violenza contro gli ebrei. E’ questa la mossa scelta da circa ventimila israeliani che hanno presentato alla Corte Suprema dello Stato di New York un dossier in cui viene sottolineata la negligenza della piattaforma web nel rimuovere i post di incitamento alla violenza. Inoltre secondo i querelanti l’algoritmo di Facebook connetterebbe i fomentatori agli esecutori materiali incoraggiando ulteriormente gli attacchi con coltello contro civili israeliani. Basta una breve ricerca tra i profili dei leader politici e religiosi palestinesi per imbattersi in esplicite esortazioni all’omicidio di ebrei; in alcuni casi vengono addirittura offerte istruzioni precise su come farlo al meglio, ad esempio attraverso disegni anatomici in cui sono segnalate le parti del corpo umano da colpire durante gli accoltellamenti per ottenere il migliore risultato possibile
...>> CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SUL NOSTRO BLOG


29 settembre 2015

Aspettano i suoi 21 anni per decapitarlo e poi crocifiggerlo in piazza.


Ha solo 21 e sta per essere decapitato e poi crocifisso a meno che l’Italia e gli altri partner mondiali dell’Arabia Saudita non si facciano sentire subito. Firma ora, potrebbero giustiziarlo da un momento all’altro:

FIRMA LA PETIZIONE
L’Arabia Saudita sta per decapitare un ragazzo di 21 anni, per poi crocifiggerlo e esporre il suo corpo in piazza. La stessa Arabia Saudita a cui hanno appena affidato il coordinamento della commissione ONU sui diritti umani! Una follia!

Ali Mohammed al-Nimr è stato arrestato a 17 anni per aver preso parte a una manifestazione contro il governo. La reazione è stata durissima, l’hanno torturato e condannato a morte. Ma è un trattamento del tutto normale in Arabia Saudita:quest’anno ci sono già state più di 100 esecuzioni, praticamente una ogni due giorni.

La Francia è l’unico paese che per ora ha chiesto di fermare l’esecuzione. L’Italia assieme a Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna per ora tace, per gli ottimi rapporti con il regime di cui è tra i più grandi partner commerciali. Ma la pressione diretta dei nostri governi è davvero l’unico modo per persuadere i sauditi a fermarsi. Firma subito per salvare Ali, la sua esecuzione può avvenire ormai da un momento all’altro:

https://secure.avaaz.org/it/stop_saudi_beheadings_loc/?bCEdvab&v=65565

Secondo gli esperti di diritti umani, la sentenza di Ali è una “esecuzione arbitraria”, proibita quindi dalla Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia, visto che è stato incarcerato quando era ancora minorenne. Ma all’Arabia Saudita sembra importare ben poco del diritto internazionale: l’unico modo per fermarli è che importi invece ai nostri governi.

L’Italia e molti altri paesi occidentali hanno rapporti commerciali strettissimi con l’Arabia Saudita: o gli vendono le armi, o gli comprano il petrolio, o entrambe le cose! Ma un’ondata di indignazione può convincere i nostri governi ad agire. Già altre volte ha funzionato: qualche mese fa abbiamo rivolto una petizione al Ministro dell’Economia tedesco per fargli fare pressione sui vertici sauditi per fermare le frustate e la possibile esecuzione del blogger Raif Badawi: il Ministro prese una posizione molto netta e oggi Badawi è vivo, anche se ancora in prigione.

Chiediamo al Governo Italiano di intervenire assieme agli altri governi europei e agli USA: che comincino a fare pressione davvero sull’Arabia Saudita, a partire dalla revoca della nomina assurda a presiedere la commissione ONU per i diritti umani a meno che non fermino l’esecuzione.Firma ora, salviamo la vita di Ali:

https://secure.avaaz.org/it/stop_saudi_beheadings_loc/?bCEdvab&v=65565
Ogni volta che i regimi violano diritti umani fondamentali, la nostra comunità si fa sentire. E ora siamo pronti a farlo per Ali.

Con speranza e determinazione,

Alice, Melanie, Marie, Alex, Marigona e tutto il team di Avaaz

FONTI

Giovane saudita condannato a morte: mobilitazione internazionale per salvarlo (Repubblica)
http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2015/09/24/news/giovane_saudita_condannato_a_morte_mobilitazione_internazionale_per_salvarlo-123580634/

Francia, Hollande contro Riad: «Nessuno tocchi Ali al-Nimr» (Lettera 43)
http://www.lettera43.it/politica/francia-hollande-contro-riad-nessuno-tocchi-nimr_43675216660.htm

La "scandalosa" nomina dell'Onu: l'Arabia Saudita alla presidenza di un panel sui diritti umani (Il Foglio)
http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/09/22/onu-larabia-saudita-alla-presidenza-di-un-panel-sui-diritti-umani___1-v-133013-rubriche_c184.htm

ARABIA SAUDITA: RECORD ESECUZIONI DI CONDANNE A MORTE, UNA OGNI DUE GIORNI (Rai News)
http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Arabia-Saudita-record-di-esecuzioni-per-pene-capitali-un-esecuzione-ogni-due-giorni-Denuncia-di-Amnesty-International-83692f92-7228-453a-9aa0-622cbd44fba5.html

Armi da Brescia all’Arabia Saudita, obiettivo Yemen (L’Indro)
http://www.lindro.it/armi-da-brescia-allarabia-saudita-obiettivo-yemen/

11 settembre 2015

Conferenze e corsi di formazione Calem: passaggio completato, animazione di rete condivisa e competenze aggiornate confermato

1 / ASILO LGBT - RIFUGIO EUROPEO?
Il nostro Gabinetto è ancora una volta consultato dalla Corte di giustizia britannica per un richiedente asilo algerino bisessuale. Questo caso è relazionato come un caso di Giurisprudenza essenziale dalla High Court (dopo il ritorno della Corte d'Appello), sulla situazione degli omosessuali in Algeria. Il nostro rappresentante inglese e i testimoni di giustizia dinanzi ai giudici sono realizzati in collaborazione con gli avvocati di un gabinetto britannico e di ONG algerine, condividendo la loro permanenza in Calem come competenza unica dopo anni di fiducia e di collaborazione bilaterale.
La Corte non solo deciderà se quel cliente può ottenere asilo nel Regno Unito ma, ben più importante, i giudici valuteranno nella sentenza tutti i casi futuri riguardanti gli omosessuali in sofferenza in Algeria per persecuzioni (cui tou-tes dovrebbe essere concesso l'asilo in futuro) o semplicemente molestati (che possono essere rimandati in Algeria). Vi terremo al corrente dopo le nostre audizioni alla Corte Suprema nel mese di settembre.



2 / L'IMAM ( uomo e donna) PROGRESSIVO e INCLUSIVO - La formazione nelle emergenze mondiali.
Il Consiglio dei Ministri Calem ha appena completato l'ultimo aggiornamento per imam e leader dell 'anno accademico, questa volta con dieci rappresentanti di ONG arabo-musulmane. Sulla nostra programmazione Isiphephelo (Archivi), notiamo con piacere che altri colleghi hanno intrapreso in Africa e Nord America una iniziativa simile per decostruire il dogma utilizzato nelle formazioni fasciste e per costruire agende politiche per la Formazione di una nuova generazione di Imam e leader in grado di soddisfare la maggior parte degli estremisti tra di noi. Scoprire ad esempio:. IPEP (Sud Africa) MECCA o Institue .. (USA) un altro progetto innovativo Sieri, presto istituito dall' Occidente (...) Ci hanno chiesto di mantenere il segreto fino ad ora; vi metteremo forse al corrente di questa bella iniziativa, quando avremo autorizzazioni ufficiali esplicite.
NB: altri, al contrario, sostengono di abolire anche le moschee concettualmente ("unmosque") all'interno della nostra tradizione islamica, altri si impegnano strenuamente per il separatismo, come la moschea delle donne a Los Angeles: "moschea delle Donne d'America". Per altri ancora bisogna impegnarsi nella formazione dei giovani e promuovere la loro emancipazione, come quella indonesiana dell' autore Noor Ramadani con il suo libro, "Il segreto di Salim".



3 / L'ex CONFEDERAZIONE Calem - TRANSIZIONE LEADERSHIP debitamente completata.
La vecchia Confederazione Calem è stata formalizzata nel corso del 2010;  questa rete informale (che non significava inclusività  completa e coercitiva), che ha operato fino allo scorso anno, è stato un vivaio arabo musulmano in Europa e ha messo assieme alcuni locali dinamici, regionali e internazionali con progressisti, legato sia all'Islam sia alla diversità di genere (tutti i nostri Archivi qui). L'ultima leadership della Confederazione Calem ha confermato con una "solenne" mail inviata a tutti i nostri network 21 luglio (13.03 ora di Parigi), che la transizione democratica è ora completa.
La Direzione della vecchia Confederazione Calem - rete è stata formata per due anni dal movimento con base temporale in Francia e poi da speciali programmi intensivi delle Nazioni Unite insieme al Sud Africa nel 2014 - una fusione le sue energie con una nuova rete europea amministrati questa volta da Amsterdam (contatto chat qui).
Dopo lo sviluppo delle dinamiche avviate dall'ex Confederazione Calem, è importante tenere a mente altre inclusione emergenti nella dinamica sull'Islam nella diversità delle identità sessuali e citarne alcuni: NASIJ a Barcellona (una preparazione tecnica unica in termini di intersezionalità e transidentità); HM2F a Marsiglia (esperti unici in formazione dei formatori inclusivi e progressisti in Europa e Nord Africa).
Così il nostro Governo ricorda che ogni movimento è, secondo la scienza, una organizzazione antropologica, e una volta raggiunta una discreta maturità è importante si costituisca in tre gruppi/settori che devono lavorare insieme per portare a termine i rispettivi obiettivi: il livello istituzionale (in genere presentato come il "mainstream", molto ben sponsorizzato finanziariamente ) il livello 1  "terreno di cultura" (generalmente ben attento alle risposte dei media e collegato con altre ONG , a causa della priorità per garantire le esigenze più pressanti delle loro comunità), un livello di proposta alternativa (di solito più forte di qualsiasi altro in termini di creazione di rappresentazioni interculturali).
NB: Il Consiglio dei Ministri Calem , che sia governo, istituzione, organizzazione o individuo ha bisogno di una determinata competenza per produrre un progetto sviluppato in accordo con la nostra etica, per sostenere con uno sforzo unico quanto sta accadendo in questo momento in Europa da diversi aspetti complementari, diffondere l'assicurazione della partecipazione ad ogni forma di attivismo della rete, per aggiornare le competenze individuali in materia di valori non dogmatici, non clericali, politicamente non di parte.



4 / FIN 2015 - EVENTI & PROGRAMMI
Calem offre borse di studio speciali per i rifugiati-rifugiate, e non ai cittadini residenti dell'Unione europea, e a un partecipante alle nostre attività di formazione:
- 8 Settembre, Marsiglia - un matrimonio benedizione tra musulmani e cristiani Lesbiche (tutti i nostri servizi religiosi  sono gratuiti)
- 23 settembre, Londra - grazie alla Corte di Giustizia Britannica (i richiedenti asilo LGBT nel REGNO UNITO)
- 25 settembre, a Bruxelles - grazie a Omnya (LGBT rifugiati e rifugiate musulmano-arabo in Belgio)
- 5 Ottobre, Mannheim (Germania) - grazie a Manheim (Sostegno psicologico per i Cittadini LGBT - vedi volantino allegato)
- 17 Ottobre, 2015 Quarta sessione TOT (Formazione dei formatori) con altri partecipanti nord africani ed Europei - grazie a HM2F (Francia / Europa) e THDZ (Nord Africa)
- 14 Novembre, Londra - grazie per aver guidato LGBT dello studente ( Il Mondo Che Cambiano , il Che Essere in politica, affari, Qualsiasi  Campo in cui possono eccellere - vedi volantino allegato)
- 15 novembre, Oslo - grazie a Skeiv Verden (Come essere Esseri Umani Migliori)
- 20 novembre, Amiens (Francia) - grazie di  leggere (Discussione Intorno al libro "Il Corano e la Sedia")
- 24 novembre, a Bruxelles - grazie a Ihsan Jarfi Foundation (Crimini omofobici in nome del nazionalismo e pregiudizi Religiosi )
- 8 Dicembre, Parigi alla Scuola Normale Superiore (infra umanizzazioni e discriminazioni Accademici)
(...)
Nota:  Entrambe le pubblicazioni saranno presto disponibili su gay e trans / musulmani-ne africani europei
(PhD Dottore in Psicologia MLZahed, dello stesso autore Dottorato di Antropologia - Tomi due -  pubblicata prima del 2016.)
E' un libro su LGBT autobiografico Nord Africa (Memorie che  Ostmane Zak, un famoso scrittore algerino e attivista gay, ha scritto in collaborazione con il Dr. Imam e L.Zahed).


Nel momento di grandi sfide e sforzi sono raccomandate le tecniche di meditazione, come ad esempio "Tonglen" (Respirazione : inspirare  la tensione, espirare amore e compassione) verso la fine di ogni sofferenza: https://www.youtube.com/watch?v=F1ZwaEzMtJw


da
Medico e Imam Ludovic - Mohamed Zahed - 0 (033) 667 087 066
Ricercatore indipendente (Teologia, Psicologia, Antropologia)
Direttore del Gabinetto Calem - calem.eu