Complici il miglioramento delle condizioni di vita e il calo della natalità, la popolazione europea sta progressivamente invecchiando. Nel 2023 il 21,3% degli abitanti dell'Ue aveva più di 65 anni, 5 punti percentuali in più rispetto ai primi anni 2000. Una delle conseguenze principali è l’aumento della dipendenza, dal nucleo familiare ma anche da servizi specifici per la terza età.
In proporzione, sono infatti sempre meno le persone in età lavorativa, ed essendo ridotti i nuclei familiari aumentano anche i bisogni di cura e assistenza degli anziani. La spesa, già ingente, è destinata ad aumentare per soddisfare fabbisogni sempre maggiori. Nel 2022 la spesa per anziani, comprensiva delle pensioni di vecchiaia, ammontava al 10,4% del Pil europeo. L'Italia era prima in Europa con il 13,7%. Inoltre, secondo un'indagine europea (la European health interview survey), quasi la metà di tutte le persone di oltre 65 anni in condizioni di grave difficoltà non riceveva sufficiente assistenza personale o domestica.
A che punto è la parità di genere nei paesi europei - L’indice di uguaglianza di genere monitora i divari tra uomini e donne in diversi ambiti, nei paesi membri. L’Italia da questo punto di vista è migliorata, ma è ancora sotto la media Ue e le resta molta strada da fare soprattutto nell’ambito lavorativo. Leggi
Le differenze di Pil tra le regioni degli stati europei - Analizzare il Pil a livello regionale permette di evidenziare le differenze interne ai singoli paesi. In Ue sono soprattutto le zone nord-occidentali e quelle delle capitali a registrare valori elevati, ma l’Europa orientale sta osservando una forte crescita. Leggi
Alla fine di febbraio, un gruppo di ricerca ha stabilito che gli uccelli della terraferma dell'Antartide erano infetti dall'influenza aviaria H5 ad alta patogenicità. Il virus si è spostato sempre più a sud dopo essersi diffuso in tutto il mondo negli ultimi anni, uccidendo milioni di uccelli selvatici e allevati lungo il percorso. Ma ora, il virus è stato rilevato in Antartide per la prima volta, sia nei pinguini antartici che erano stati trovati morti al largo delle coste delle Isole Falkland, sia nei grandi uccelli marini chiamati skua che vivono sulla terraferma dell’Antartide.
Tre particelle del virus dell'influenza A (H5N1/influenza aviaria) (a forma di bastoncino; arancioni).
Nota: il layout incorpora due micrografie elettroniche a trasmissione CDC che sono state riposizionate
e colorate da NIAID. La scala è stata modificata. Credito: CDC e NIAID
Solo nel dicembre 2023 , 13,2 milioni di volatili sono andati perduti a causa del virus H5N1, e da febbraio 2022 sono andati perduti ben 79,3 milioni di capi di pollame in 47 stati, a causa delle epidemie di H5N1 e delle relative operazioni di abbattimento.
Nelle ultime settimane sono stati segnalati numerosi contagi provenienti da diverse località d’Europa. Si sono verificati focolai di virus H5N1 in aziende agricole in Norvegia, Italia, Polonia e Romania. Inoltre, la Moldavia ha segnalato focolai di H5N1 in un allevamento di pollame e il rilevamento del virus negli uccelli selvatici. L'Ucraina ha anche segnalato il rilevamento del virus in un uccello selvatico. C'è stata una recente segnalazione di un uccello selvatico affetto da H5N1 anche a Taiwan.
Numerose epidemie di H5N1 hanno colpito diverse aziende agricole anche negli Stati Uniti. Gli allevamenti di tacchini nel Michigan e nel Minnesota, un allevamento in California che ospita oltre 700.000 uccelli e un allevamento nell’Ohio che ospita 1,3 milioni di galline ovaiole hanno recentemente segnalato focolai del virus. L'H5N1 è stato rilevato negli uccelli selvatici allevati in una fattoria del South Dakota e negli stormi di uccelli da cortile in Indiana, New York, Maryland,
C’è ancora un ampio dibattito sull’uso dei vaccini per cercare di fermare la diffusione di questo virus. In Cina, vaccinare il pollame contro l’influenza aviaria ad alta patogenicità è una pratica di routine, ma altri paesi temono che l’uso del vaccino possa semplicemente mascherare la diffusione del virus e aumentare i costi di produzione. La Francia è recentemente diventata il primo paese in Europa ad iniziare a vaccinare il pollame, e in risposta gli Stati Uniti hanno vietato l’importazione di pollame francese e dei suoi partner commerciali.
Ma l’Organizzazione mondiale per la salute animale (WOAH) ha suggerito che la vaccinazione non dovrebbe ostacolare il commercio, perché la vaccinazione può funzionare quando viene condotta correttamente con politiche basate sulla scienza. L’impatto devastante dell’H5N1 sta spingendo gli esperti a riconsiderare le strategie di prevenzione.
"Misure più rigorose di biosicurezza e l'abbattimento di massa del pollame potrebbero non essere più sufficienti per controllare la malattia", ha affermato WOAH in una nota . Hanno aggiunto che "In alcuni contesti socioeconomici, la vaccinazione contro l'influenza aviaria può contribuire alla sostenibilità complessiva dell'industria del pollame e alla preservazione dei sistemi di produzione all'aperto".
Al momento gli Stati Uniti stanno utilizzando il vaccino solo sui condor in via di estinzione che vivono nel sud-ovest.
L'H5N1 è stato ora rilevato anche in altre due specie di mammiferi oltre l'uomo. In un caso, un orso polare che viveva sul versante settentrionale dell'Alaska fu trovato affetto dalla malattia, e in Arizona fu confermato che uno scoiattolo di Abert aveva il virus H5N1.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 1° gennaio 2003 e il 21 dicembre 2023 ci sono stati 248 casi confermati, di cui 139 fatali, di infezioni umane da virus H5N1.
Abbiamo speso appena il 7,4% dei fondi Pnrr previsti per il 2023
Da mesi segnaliamo l’assenza di informazioni chiare e precise sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati con il Pnrr. Una relazione dell’ufficio parlamentare di bilancio pubblicata a dicembre fornisce alcune indicazioni molto preoccupanti.
Il bilancio della cooperazione e gli obiettivi della campagna 0,70
Per rispettare gli impegni assunti in sede internazionale, nei prossimi anni l’Italia dovrà considerevolmente aumentare i propri stanziamenti in materia di cooperazione allo sviluppo. Abbiamo chiesto il parere di Ivana Borsotto sulla base della legge di bilancio recentemente approvata.
I cambiamenti climatici hanno reso gli ecosistemi particolarmente vulnerabili al rischio di incendi. Tuttavia, per quanto riguarda la causa scatenante, raramente questi scoppiano naturalmente: in ultima istanza, è determinante il fattore umano. In Italia prevalgono gli episodi dolosi rispetto a quelli colposi (involontari) e in molti casi dietro c'è la ricerca di profitto. E quindi spesso l'operato della criminalità organizzata.
Nel 2021 nel nostro paese si sono registrate 1.597 denunce per reato di incendio, 514 specificamente per incendio boschivo. Secondo l'ultimo aggiornamento Legambiente, sarebbero più di 5mila i reati registrati nel 2022. Ma è in particolare il danneggiamento seguito da incendio a costituire, secondo la banca d'Italia, un reato spia capace di segnalare una presenza mafiosa. Rapportando le denunce al numero di abitanti infatti si può osservare che è nelle regioni meridionali (soprattutto Calabria e Sicilia, dove è più forte la presenza mafiosa) che l'incidenza risulta più elevata.
Aumentano le notti tropicali nelle città italiane - Le notti tropicali sono un indicatore degli estremi di temperatura negli ambienti urbani. Nel 2021 Istat ne ha registrate mediamente 44 per ogni comune capoluogo, 6 in più rispetto alla media del periodo 2006-2015. Leggi
L’Europa è ancora lontana dagli obiettivi climatici per il 2030 - Secondo la corte dei conti europea, gli obiettivi climatici per il 2020 sono stati raggiunti, ma più grazie a fattori esterni che per l’efficacia dell’azione europea per il clima. Si pone il problema dei traguardi previsti per il 2030.Leggi
I Rom sono un insieme di popoli che, nel loro complesso, costituiscono la minoranza etnica più numerosa d'Europa - ma anche uno dei gruppi più vulnerabili. L'Unione europea è da anni impegnata nella lotta contro la discriminazione nei confronti dei Rom, per favorirne l'inclusione e la partecipazione civile. Dal sondaggio della European union agency for fundamental rights (Fra) però emerge che gli stati membri sono ancora ben lontani dagli obiettivi prefissati.
Nel 2021 l'80% dei Rom intervistati risultava essere a rischio povertà, contro il 17% della popolazione generale (con una differenza di oltre 60 punti percentuali). Le cifre più elevate si registrano nei paesi dell'Europa meridionale, dove la quota supera il 90% e il divario maggiore è quello portoghese (80 punti). Meno pronunciati ma comunque significativi i divari dal punto di vista della partecipazione nel mondo del lavoro. Il 43% dei Rom dichiara di svolgere una qualche attività lavorativa retribuita, contro il 72% della popolazione generale. Ancora una volta, lo scarto più elevato si registra in Portogallo.
Le imposte sui profitti d’impresa in Europa - L’Unione europea ha recentemente adottato una direttiva per l’applicazione dell’imposta minima globale per le multinazionali e le grandi aziende. L’aliquota è considerata molto bassa, ma ancora oggi alcuni paesi Ue si trovano al di sotto di tale soglia.Leggi
Cos’è l’indice di Gini - Serve per misurare le differenze tra i redditi, per quantificare le disuguaglianze.Leggi