Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.

Le donne cambiano la Storia, cambiamo i libri di Storia.
LE DONNE CAMBIANO LA STORIA, CAMBIAMO I LIBRI DI STORIA

9 febbraio 2018

Da Censurati.it - Il grido di Ultimo


Sono state talmente tante le volte che Ultimo si è visto gettare fango addosso che una in più gli sarà sfuggita. Ma gli capita di leggere un articolo, uno tra i tanti, scritto su di lui,  e ha letto quello che abbiamo letto anche noi: intimidazione e manipolazione dei fatti, per mero nepotismo e piaggeria.
E così, stanco di doversi giustificare sempre, questa volta attacca, e lo fa duramente tramite il suo blog che cura personalmente. E lo fa a modo suo, parlando a nome del popolo e della Costituzione Italiana. Questo parlare a suo nome, mettendoci la faccia, incita anche il giornalista dell’articolo incriminato a chiedere all’Arma tramite la il quotidiano (sovvenzionato da tutti i governi a turno) di prendere provvedimenti a riguardo. Come dire “L’Arma è pulita, è Ultimo che va punito, prendetevela con lui”

Fratelli combattenti, fratelli dalle luci blu. Nel nome del popolo e della Costituzione abbiamo sempre combattuto il razzismo, il pregiudizio, e la discriminazione, perchè sono alla base dei genocidi, delle dittature, delle violenze.
Purtroppo non ci eravamo accorti di averli vicinissimi, nelle istituzioni, nei partiti, nelle lobby trasversali che manipolano le banche e affamano il Popolo.”
Secondo voi lettori, chi ha manipolato banche e ridotto l’Italia ad un paese con altissimo tasso di suicidi per le cartelle esattoriali esagerate se non a volte immotivate? Un carabiniere straccione o forse qualcosa di più sottile? Noi pensiamo a menti raffinatissime, come diceva un giudice troppo spesso menzionato e troppo poco imitato.
Segue:
“Leggiamo cose incredibili attribuite al senatore Michele Anzaldi, uomo di spicco del partito di governo, uomo di grande responsabilità. Leggiamo su il Giorno del 1 novembre 2017 a firma di Ettore Maria Colombo:
Renzi da Obama col principe Harry. Ma dall’Italia arrivano altri veleni. Consip, una struttura parallela dei servizi segreti lo avrebbe intercettato.” “..il PD – mette a verbale Anzaldi– vuol sapere se è vero che è esistita una centrale di ascolto, non si capisce quanto legale, coinvolta nei casi Cpl Concordia e Consip; se è vero che ora tale centrale è smantellata in tutta fretta; se questa centrale fosse alle dipendenze del Capitano Ultimo e della sua squadra, dato il suo coinvolgimento in quei casi. Non è accettabile che resti il sospetto di manovre di apparati dello Stato contro l’allora Premier Renzi“.
Se è vero quello che leggiamo, Onorevole Anzaldidacci qualche rispostaper favore dacci una risposta alpregiudizio, che ti ha spinto a presentare una interpellanza parlamentare (che per noi è una diffamazione a mezzo Parlamento) contro il capitano ultimo e la sua squadra, paventando ascolti clandestini servizi deviati che non hanno proprio senso se non nella manipolazione, nella strumentalizzazione partitica, oppure dacci i nomi dei cortigiani che alimentano e manipolano il tuo pregiudizio e le tue calunnie, spiega ai nostri figli perchè ci offendi, perchè ci pugnali alle spalle con le tue interpellanze intimidatorie, con le tue insinuazioni calunniose. A quale squadra ti riferivi senatore illustre, a quei 20 carabinieri che avete disperso e umiliato come animali nel silenzio assordante di tutti gli abitanti del palazzo grigio?”

E si, perché molti non sanno che tutte le persone che lavorano (anzi, lavoravano) per e con Ultimo, sono state punite, ricollocate in posti del tutto “inoffensivi”, chi a mettere timbri alle scartoffie, chi alza e abbassa le sbarre per i varchi di sicurezza, uno lontano dall’altro per non farli interagire tra loro. Perchè SATANA DIVIDE CIO’ CHE DIO UNISCE. Onesti servitori (non servi, parola comune tra politici che hanno bisogno di inventare false notizie per una manciata di voti in più), costretti a vedere lesa la dignità di carabiniere vedendosi negare mansioni di attività giudiziaria, unica colpa essere FEDELI a Ultimo. Se questo modus operandi doveva servire ad inasprire gli animi di questi coraggiosi combattenti, è  una tecnica che non ha funzionato, perché quando si è nel giusto non si ha paura di nulla. Perchè la fedeltà e la verità, non si comprano.
Ma continuiamo a leggere le parole di Ultimo:
Calpestando ogni dirittto, ogni norma, ogni regolamento. La rappresaglia, la decimazione, il “coraggio” del boia fanno sorridere il Popolo, illustre senatore il Popolo non è solo voti da comprare, il Popolo lotta e soffre e sa distinguere i carnefici dalle vittime.
Senatore Michele Anzaldi ma come ti permetti di immaginare che pochi carabinieri straccioni, pochi carabinieri figli del popolo , per quattro soldi, possano creare centrali clandestine di ascolto contro il Premier qualunque sia il suo nome.
E qui ci sentiamo quasi in diritto di replicare a Ultimo: Pensiamo che l’onorevole (chiamiamolo così) si è permesso di agire in questo modo perchè questo è l’unico modo che conoscono in quel mondo per annientare il nemico. Dossieraggio, dichiarazioni di presunti segreti tenuti nel cassetto per poi usare il tutto durante le campagne elettorali. Per questo stesso motivo dissero che Falcone nascondeva segreti inenarrabili che voleva far rimanere nascosti. Perchè questi sono i loro metodi, questo è il modo di operare di chi ha la coscienza nera, sporca ed avariata.
Ma cosa cazzo avremmo dovuto ascoltare di nascosto, illustre politico, ma cosa cazzo avremmo dovuto nascondere rispetto a quello che accade alla luce del sole, alle violenze che vengono esercitate ogni giorno alla luce del sole contro la povera gente? Illustre onorevole spiegalo ai nostri figli, ai nostri fratelli, alla povera gente. Trovi il tempo per fare interpellanze contro di noi e non vedi la miseriala povertà che avanzano nelle periferie, nelle case delle famiglie abbandonate e ingannate, la disperazione di quelli che sono senza casa senza lavoro.
Vergognati senza fine, te e le lobby trasversali che manipolano le banche affamano il Popolo. Noi siamo sempre qua a disposizione tua e del Popolo senza poter fare interpellanzesenza avere vie di uscita alla miseria, alla disperazione, alle rappresaglie razziste di quelli che dovrebbero tutelarci. Non ti vogliamo offendere, perché non ti conosciamo, ma stai sereno, insieme ai tuoi amici potenti, il capitano Ultimo e la sua Squadra
non vogliono voti, non vogliono potere, non vogliono niente.
Il Popolo vi saprà giudicare, il Popolo vi ha già giudicato.
E qui, lettori, ci sarebbe da alzarzi in piedi e da fare un applauso. Perchè Ultimo ha ridato al Popolo il potere in mano.  Ricordandoci quindi che il prossimo 4 marzo, chi inventa notizie su un gruppo di uomini disperati in cerca di giustizia, farà di tutto per ingannare l’italia, gli italiani, i lavoratori (pochi, ormai), le casalinghe, i senzatetto, i disoccupati più disperati, la gioventù che non ha quasi più un futuro. Questa politica (non LA politica) e le lobby di potere che la pilotano,  ha sulla coscienza la disperazione, l’inganno, i soprusi, gli scambi di favori per ottenere sempre più voti, più potere, più denaro. E il colpevole è Ultimo. Colpevole di avere il rispetto dei mendicanti, degli affamati, dei diseredati, di chi ha perso il lavoro per lo Stato assente quando non deve e presente dove non deve.
Il popolo siamo noi. E abbiamo già giudicato
Affidereste il vostro futuro a chi cerca di offuscare la verità usando menzogna sistematica, usando diffamazione e calunnia, e che per  paura di perdere privilegi non esita a distruggere vite umane?

2 febbraio 2018

Un esempio di edificio funzionale del quattrocento.

Il Lazzaretto di Bergamo

Fin dalla metà del Trecento, a seguito della terribile “peste nera”, si era sentita nelle città italiane la necessità di un ospedale per gli appestati collocato lontano dal centro abitato, cioè in posizione tale da evitare il contagio dei sani.

I numerosi studi dell’epoca, fra i quali molto rinomato era il “De preservatione a pestilentia” del milanese Cardone de’Spanzotis, evidenziarono la contagiosità della peste, fino ad allora poco noto alla scienza medica. E stabilirono che era l’aere pestilenziale, la “mal’aria”, a provocare la corruzione putrida del corpo e la morte.

Il problema accantonato nella prima metà del Quattrocento, tornò a presentarsi con urgenza durante le pestilenze che interessarono l’Europa nella seconda metà del secolo.

Venezia fu la prima città a provvedere adeguatamente.

Dal 1423 le autorità avevano destinato un’isola poco lontana dall’attuale Lido per il ricovero di persone e merci provenienti da paesi infetti
Sull’isola c'era una chiesa dei frati eremitani dedicata a Santa Maria di Nazareth e fu forse proprio dal suo nome che l'edificio pare sia stato chiamato inizialmente “nazaretto”.  La successiva combinazione col nome di San Lazzaropatrono dei lebbrosi, portò al nome “lazzaretto”, attribuito poi a tutti gli edifici destinati in Europa al ricovero dei malati contagiosi. 

Nel 1468 in un’altra isola dall’altra parte della laguna fu edificato un lazzaretto nuovo destinato ad accogliere i malati sospetti, mentre al vecchio lazzaretto restava la funzione di ricoverare gli appestati accertati.

A Milano il lazzaretto fu realizzato tra il 1489 e il 1509 fuori Porta Orientale, nella zona posta a est del centro abitato. Sembra sia stata determinante ai fini della scelta del loco la considerazione della direzione dei venti dominanti che spiravano sulla città.

A Bergamo nel 1465, dopo discussioni e ripensamenti che dovettero durare a lungo, fu scelta per la costruzione del Lazzaretto la zona dell’attuale piazzale Goisis a lato dell’attuale campo sportivo. Esterna non solo alle mura antiche, ma anche alle muraine, l’area era sgombra di abitazioni, ma facilmente raggiungibile dai carri adibiti al trasporto dei malati. La presenza dei torrenti Morla e Tremana garantiva il necessario rifornimento d’acqua.
continua
Ma la cosa andò per le lunghe e fu solo 9 anni dopo che avvenne[...]] la posa della prima pietra del Lazzaretto,  "con le debite et consuete solennità”  il 7 maggio 1504.

I lavori di costruzione si protrassero a lungo (!) e l’edificio risultava terminato nel 1581, ben 77 anni dopo.
 “Bellissimo, ben fatto et molto grando” lo definiva però già nel 1536 un visitatore friulano, prè Zuan de San Foca nei suoi appunti di viaggio, segno che la costruzione doveva essere all’epoca già molto avanzata.

Si presenta tuttora come un vasto recinto rettangolare di metri 132 per 129. Chiuso all’esterno era circondato in origine da un fossato perimetrale ora interrato. Nella struttura compatta si aprivano due ingressi contrapposti. Il principale posto sul braccio sud-est conserva il portale originale in arenaria, nella cui chiave di volta era leggibile la data 1504 affiancata nei pennacchi da due stemmi ancor oggi visibili. Un semplice arco in arenaria definisce l’accesso secondario, oggi, a quanto sappiamo non più utilizzato.

All’interno un lungo porticato perimetrale ad archi a tutto sesto su colonne in pietra introduceva alle celle, realizzate con tecniche moderne tali da consentire il massimo conforto ai ricoverati. Ognuna di esse si affacciava sul portico mediante una finestra e una porticina ad arco dotata di un battente di chiusura. Sulla parete di fondo un’altra finestra era situata in modo da favorire la ventilazione trasversale e un camino assicurava il riscaldamento.

Una nicchia separata, arieggiata da una piccola feritoia, ospitava il gabinetto costituito da una lastra in pietra con foro circolare e da uno scarico in coppi per l’evacuazione nella roggia esterna. Lo stesso condotto serviva un acquaio realizzato in pietra arenaria e sovrastato da un ripiano per il deposito del vasellame. In una seconda nicchia un’armadiatura a muro conservava le lucerne e gli strumenti necessari per l’illuminazione. Grazie a tali attrezzature, alla posizione delle finestre e soprattutto alla modernità dell’impianto fognario il Lazzaretto bergamasco risultava tecnologicamente più avanzato di quello milanese dal quale sicuramente aveva mutuato l’impianto e i criteri distributivi.

Le celle oggi ospitano numerose associazioni
Tutta la struttura si situava a piano terra. Solo in corrispondenza dell’ingresso principale la costruzione era a due piani, ospitando l’abitazione del personale, l’alloggio dei frati e forse il refettorio.

Chiusa dal perimetro dell’edificio era “una pezza di terra aradora di pertiche sedici e mezza” al centro della quale si ergeva una cappella aperta, formata da un baldacchino con volta a crociera retta da quattro pilastri. La struttura e la collocazione ne permettevano la vista da tutte le celle. Dedicata ai Santi Giobbe, Rocco e Sebastiano, fu per delibera comunale il 18 agosto 1710 sostituita da una piccola chiesa, oggi non più esistente.

La costruzione del Lazzaretto risultò provvidenziale in occasione delle tre grandi epidemie che colpirono la città nel 1524, nel 1576 e quindi nel 1629, la famosa peste descritta dal Manzoni. In tutti e tre i casi, ma soprattutto in quello della peste manzoniana, la struttura non risultò sufficiente a ricoverare tutti gli appestati così che si dovette ricorrere ad aree aggiuntive con la realizzazione temporanea di accampamenti di fortuna. Nel 1630 sicuramente nella zona triangolare tra porta Osio e porta Broseta. Visibile oggi in via San Lazzaro una santella con iscritta la data 1630.

Dopo aver assolto la funzione di ricovero prima per gli appestati e poi per i colerosi, l’edificio ebbe i più diversi utilizzi: mercato del bestiame, recinto per gli stalloni reali, magazzino, campo di concentramento per i prigionieri di guerra durante la Repubblica di Salò.
Oggi è sede di numerose associazioni. Le diverse destinazioni d’uso non hanno comunque alterato l’impianto originario, che rimane l’unico esempio in Italia, forse in Europa, di Lazzaretto conservato integralmente.

da 
Andreina Franco Loiri Locatelli su "Bergamo scomparsa".

Missioni internazionali e controllo delle frontiere - le cifre della cooperazione allo sviluppo

Image
DA COOPERAZIONE ITALIA
Image
Il 17 gennaio, ormai a camere chiuse, il parlamento ha votato la prosecuzione delle missioni internazionali 
in corso e ne ha autorizzate di nuove, quasi tutte in paesi africani.

200 milioni di euro «per interventi straordinari volti a rilanciare il dialogo e la cooperazione con i Paesi 
africani  d’importanza prioritaria per le rotte migratorie», recita la legge.
Mentre aumentano le risorse per gestire il fenomeno migratorio e quelle per promuovere lo sviluppo 
dei paesi poveri, scarsa rendicontazione e poca trasparenza rischiano di compromettere il dibattito 
pubblico sulle scelte e il ruolo dell’Italia.
L’obiettivo è contribuire al dibattito pubblico attraverso un'informazione che si basa sui dati. Per poi 
chiedere conto a istituzioni e autorità degli impegni e dei risultati ottenuti




DA COOPERAZIONE ITALIA
Image
Durante la conferenza sulla cooperazione il governo ha rivendicato il raddoppio delle risorse, un dato 
quasi vero  che va però analizzato nel dettaglio.
 
Il 17 gennaio, ormai a camere chiuse, il parlamento ha votato la prosecuzione delle missioni 
internazionali in corso e ne ha autorizzate di nuove, quasi tutte in paesi africani.
 
200 milioni di euro «per interventi straordinari volti a rilanciare il dialogo e la cooperazione con i 
Paesi africani d’importanza prioritaria per le rotte migratorie», recita la legge.

Mentre aumentano le risorse per gestire il fenomeno migratorio e quelle per promuovere lo 
sviluppo dei  paesi poveri, scarsa rendicontazione e poca trasparenza rischiano di 
compromettere il dibattito pubblico  sulle scelte e il ruolo dell’Italia.